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Trova verbo-nomi-aggettivi

Autore: maestro Luca Randazzo

Non è semplice dare un nome evocativo ad un tradizionale esercizio di analisi grammaticale, solo con la scusa che sia autocorrettivo e che usi le mollette. Tuttavia il fatto di poter “pescare” le striscioline, attaccare le mollette, arrotolare il filo ed avere la gratificazione della correzione immediata rende il lavoro più piacevole.

Il risultato alla fine è lo stesso ovviamente: saper trovare il verbo nella frase e poi i nomi e gli aggettivi qualificativi. Tuttavia la pensata del filo che si arrotola intorno alla molletta del nome corrispondente rende concreto il legame di concordanza nome-aggettivo. E questa mi sembra un’idea interessante.

Lo strumento è molto semplice. Da un lato è scritta una frase. Va letta attentamente per trovare il verbo. Questo va segnalato con la molletta rossa. In seguito vanno trovati i nomi (mollette blu). Infine si cercano eventuali aggettivi qualificativi e si “legano” al nome corrispondente con il filo di lana.

La correzione si trova sul retro.

Ma quante chiacchiere

Autore: maestro Luca Randazzo

In classe cerco di seguire, a modo mio, le indicazioni del Writing and Reading Workshop, per il quale rimando al sito specifico. Alcune attività di attivazione si prestano poi a rimanere a disposizione nel piano di lavoro individualizzato, per chi avesse bisogno di rinforzare il meccanismo proposto.

Questo è un altro lavoro di consolidamento della punteggiatura dei dialoghi: le virgolette e l’andata a capo principalmente. Si gioca in due. Ogni bambino finge di essere un personaggio. Si recita il dialogo che si trova senza punteggiatura sulla scheda e si riscrive in modo corretto. Sul retro si trova il controllo. Per renderlo più accattivante io ho incollato le strisce su dei cartoncini colorati.

Questo lavoro permette anche, in modo indiretto, di immaginare il contesto in cui si svolge la scena. Di fatto diventa quindi anche un lavoro di comprensione della lettura…

Il lavoro si può anche portare a termine da soli, ma è sicuramente meno divertente. Per lavorare da soli è meglio uno strumento come Il microfono, che trovate sempre su questo blog.

Poiché le strisce sono solo 8, sarebbe gradito che qualcuno ne producesse almeno altrettante, variando i contesti e i personaggi. Scrivetemi tramite il blog se volete collaborare.

Il microfono

Autore: maestro Luca Randazzo

In classe cerco di seguire, a modo mio, le indicazioni del Writing and Reading Workshop, per il quale rimando al sito specifico. Alcune attività di attivazione si prestano poi a rimanere a disposizione nel piano di lavoro individualizzato, per chi avesse bisogno di rinforzare il meccanismo proposto.

Questo esercizio serve proprio a rendere automatica l’apertura del microfono (virgolette aperte) e la sua chiusura a fine discorso diretto (virgolette chiuse) ogni volta che si vuole far parlare un personaggio. Inoltre, essendo le vignette scritte in maiuscolo, impone anche di riflettere sull’uso della lettera maiuscola a inizio frase e dopo il punto.

L’esercizio è ottenuto incollando delle vignette con due personaggi che parlano su un cartoncino e riportando sul retro la trascrizione narrativa del dialogo rappresentato.

Le immagini dei file scaricabile in fondo a questo articolo sono scansioni di un vecchio fumetto di Topolino del 1991, pertanto ancora soggette al copyright della Mondadori, allora proprietaria del marchio. Tra l’altro le scansioni sono in bianco e nero e di qualità non sempre ottima. Vi invitiamo quindi a trovare voi stessi un fumetto ritagliabile e riprodurre lo strumento seguendo solo il consiglio del prototipo.

Se volete un esercizio simile, a da fare in coppia, guardate questo: Ma quante chiacchiere.

Trova verbi

Autore: maestro Luca Randazzo

Questo strumento non è altro che un meccanico esercizio di analisi grammaticale focalizzato sul verbo. Inutile dire che prima di proporre esercizi di questo tipo consiglio di giocare con i verbi, magari alla maniera della grammatica valenziale, vale a dire con un po’ di teatro.

Ad ogni modo, l’esercizio serve.

Ovviamente risulta più immediato trovare i verbi semplici che quelli composti. Tuttavia, soprattutto per l’utilizzo corretto dell’ausiliare avere, e con il conseguente uso della lettera H, bisogna che i bambini e le bambine si esercitino a riconoscere anche il passato prossimo…

Ho quindi creato questi semplici esercizi autocorrettivi. Io faccio copiare la frase sul quaderno e sottolineare il verbo prima di controllare sul retro del foglietto. Mi pare che la scrittura fissi meglio la comprensione, in questo caso.

Volendo si può usare anche con una molletta e il verbo all’infinito detto voce.

Se qualche collega volesse inventarne delle altre, in modo da avere dei barattoli più voluminosi, scrivetemi tramite il sito che vi mando il file editabile da modificare.

Un puzzle al giorno

Ideatrice: Rita Di Ianni


Si tratta di una tavola quadrata, con caselle colorate. Da una parte ci sono i mesi (da gennaio a dicembre), dall’altra i giorni (dal 1 al 31). Ogni giorno, dobbiamo incastrare i pezzi del puzzle in modo da riempire tutte le caselle, tranne due: quelle che indicano la data del giorno.


Ad esempio, il 23 aprile abbiamo trovato una combinazione di pezzi che lasciava libere solo la casella “23” e quella “aprile”. Ogni giorno è una sfida nuova, perché la forma da creare cambia sempre.

Il gioco è molto conosciuto, ho pensato di costruirne una versione per il nostro strumentario. I bambini possono anche divertirsi a colorare i pezzi del puzzle.

Se vi va di provarlo, online si trovano pagine con le soluzioni per ogni giorno dell’anno. Ve ne lascio una qui: https://keiichiw.github.io/a-puzzle-a-day-solver/.

I giochi del nostro strumentario nascono così: osserviamo, prendiamo spunto e reinventiamo. Siamo artigiani: trasformiamo idee in strumenti! Se avete giochi matematici che vorreste vedere adattati al piano di lavoro, scriveteci.

Stampare, plastificare e ritagliare.

Le carte delle divisioni a mente

Autrice: maestra (Emi)Lia Venturato

Carte per esercitarsi con tutte le divisioni che le tabelline ci permettono

Dopo aver lavorato sul concetto di divisione con vari sistemi, tra cui la Macchina del Signor Diviso, ci siamo trovati nella necessità di allenarci un po’ per mettere alla prova la conoscenza delle tabelline. Ogni bambino lavorava a modo proprio, a memoria, con la tavola pitagorica, con lo strumento del metodo analogico, con la Macchina del Signor Diviso o altro.

Il gioco si presta ad essere usato in modo individuale (come allenamento personale), in coppia o in piccolo gruppo. Le operazioni possono essere scritte, via via, sul quaderno oppure essere solo svolte verbalmente.

Ogni bambina/o, al proprio turno, guarda la carta sopra al mazzo e svolge mentalmente la divisione. Poi controlla dietro. Se ha detto giusto la carta è sua, altrimenti viene messa in fondo al mazzo.

Da quanto le ho portate in classe praticamente tutti ci si sono esercitati. Siccome sono tante possono anche prenderne un po’ per gruppo e poi scambiarsele. Li ho visti giocare con le divisioni facendo tantissimi calcoli in poco tempo e divertendosi anche.

Si tratta di un gioco molto semplice (potrei dire, onestamente, banale) e di facile realizzazione. La cosa più complicata è preparare le carte con tutti i numeri entro la tabellina (ossia tutti i numeri da 1 a 20 per la tabellina del 2, tutti quelli da 1 a 30 per quella del 3, e così via). Questo lavoro l’ho fatto io… a voi scaricarlo e utilizzarlo liberamente. La licenza è sempre Creative Commons BY-NC-SA 4.0

File con le carte da stampare

La notazione del resto è quella spiegata nel post sulla macchina del Signor Diviso.

Per realizzare le carte ho stampato su fogli verdi le divisioni e su fogli bianchi l’autocorrezione, poi ho attaccato i fogli sui due lati di uno stesso cartoncino e ho ritagliato le carte. Non ho plastificato… perché sono 440 carte. Con il cartoncino funzionano bene.

La macchina del Signor Diviso

Autrice: maestre (Emi)Lia Venturato e Silvia Palla

Una macchina per dividere in modo concreto

Per far esercitare i bambini con la divisione in modo molto concreto ho ideato, insieme alla mia collega Silvia Palla, una macchina fatta con le scatole delle uova.

L’abbiamo chiamata Macchina del Signor Diviso e ci fa capire con facilità anche il fatto che la divisione sia l’operazione inversa della moltiplicazione.

Ha sulle pareti esterne vari simboli che possono nascondere questa operazione aritmetica

Ci tengo a far familiarizzare bambine e bambini con tutte le differenti ‘vesti’ che il diviso prende. É un argomento che salta sempre fuori in classe: c’è chi ha osservato la calcolatrice, la tastiera del computer, chi ha visto usare segni diversi a  fratelli e sorelle più grandi, ecc.

La mia scatola è da 10 spazi e la presento come prototipo; ognuno poi si costruirà la propria.

In base a cosa ho a disposizione utilizzo quelle da 10 spazi, oppure da 6 o anche da 4. Questo mi permette di adattare anche il lavoro per alcune/i alunne/i e fornire macchine più o meno grandi in base alle necessità.

Ho una forte preferenza per le scatole di carta pressata per ragioni ecologiche ma anche perché si possono personalizzare più facilmente; vanno bene ovviamente anche quelle di plastica (soprattutto se si cerca una maggior resistenza all’uso).

Una volta decorata la ‘macchina’ ci divertiamo a svolgere le prime divisioni.

Esempio: ogni bambina/o ha 20 fagioli da suddividere prima tra 2 persone (tenere tappati gli altri spazi), poi tra 3, poi tra 4, poi tra 5, poi tra 6, ecc.

Si prova a fare anche 20 : 1. Ha senso? Matematicamente sì… nella nostra logica forse un po’ meno. Però è facile da capire e impareremo presto che : 1 non cambia nulla nella quantità.

Scopriamo insieme che non sempre la divisione si può fare. Qualche volta non si possono distribuire tutti i fagioli, salvo che non si vadano a dividere i fagioli in pezzettini.

Sul quaderno scriviamo i risultati del nostro lavoro in questa forma:

20 : 2 = 10

20 : 3 = 6 restano 2 fagioli da dividere tra 3 spazi → 6 r 2 : 3

Questa scrittura, non ancora perfettamente matematica, ci fa capire che i fagioli rimasti dovrebbero essere divisi in pezzetti uguali per poterli distribuire.

Con i numeri che usiamo adesso non è possibile (e per alcune divisioni non sarà possibile neanche con i numeri che useranno all’Università!) per cui, per adesso, si lascia scritto così.

Si può utilizzare nel piano di lavoro con le carte delle divisioni a mente, magari selezionando quelle con i numeri più bassi, da poter gestire con i fagioli.

Frasi che si allungano

Autrice: maestra Martina Pergolini

Un modo per stimolare la lettura in modo divertente e alternativo è stato proporre queste schede ai bambini e alle bambine.
Si tratta di una frase da leggere a cui è abbinato un disegno da completare con gli elementi e/o con i colori specificati nella frase stessa. Ogni volta che si scende verso il basso, si trova sempre la stessa frase a cui, però, sono stati aggiunti dei particolari in modo da risultare sempre più dettagliata. In parallelo, anche il disegno si arricchirà di oggetti e/o colori.
A fine anno, in classe prima, i bambini stessi hanno inventato altre schede di questo tipo, a coppie!
Si può usare il tutto anche in classe seconda per ragionare sulla frase minima e sulle espansioni.

Dadi Crea-storie

Autrice: maestra Eleonora Biddle

Inventare storie è sempre molto divertente, soprattutto quando lo si può fare anche in compagnia; ma talvolta mancano le idee per partire. Ecco che ho pensato di creare questi dadi che potessero dare il giusto stimolo per partire e che, a seconda degli intrecci dati dal lancio dei dadi, rappresentassero anche un po’ la sfida dell’assurdo. Lo strumento è composto da tre dadi, che rispondono a 3 domande stimolo: chi? quando? dove? 

 I/le partecipanti lanciano i dadi e sulla base delle indicazioni date dai dadi inventano una storia. Si tratta di uno strumento a sviluppo aperto che i bambini e le bambine possono utilizzare anche individualmente ma solitamente, almeno nelle mie classi, amano utilizzarlo in coppia o piccolo gruppo. In questo caso i/le partecipanti possono scegliere se creare una storia tutti insieme, contrattando continuamente le idee che emergono, oppure se scrivere a “staffetta”, ovvero a turno si prosegue la narrazione dell’altro. 

All’interno della scatola dei dadi ho inserito anche una scatolina contenete delle tessere con su scritti alcuni connettivi con l’invito di utilizzarli per variare le modalità di connessione tra le frasi delle storie.

Si ringrazia Lia Venturato per il miglioramento dello strumento con il nastro attacca-stacca.

Il grande libro delle frasi pazze

Autrice: maestra Martina Pergolini

Per familiarizzare con il concetto di “frase”, ho creato un quadernone ad anelli che abbiamo rinominato “Il grande libro delle frasi pazze”.
Ritagliando i fogli interni nel modo corretto, si ottengono frasi divise per segmenti sintattici che si possono combinare tra loro in modo praticamente infinito.
Per ritrovare la frase di partenza basta far corrispondere i disegni sul lato destro, unici per ogni frase.
Le attività collegate possono essere molte, anche in classe seconda quando si affronta la sintassi della frase.
Per noi è stato anche uno stimolo alla lettura, visto che i/le bambini/e si divertivano a mischiare i pezzetti di frase e leggere il risultato soprattutto perché avevo aggiunto molti elementi strani e divertenti, collegati alla nostra vita di classe.
In questa versione, i riferimenti personali sono stati omessi! 😉
Ci hanno giocato in coppia, a gruppo, leggendo a turno una frase pazza ognuno ma capitava anche che solo un/a bambino/a fosse immerso/a nel Grande Libro delle Frasi Pazze!