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Sono un poligono?

Autrice: maestra (Emi)Lia Venturato

Uno strumento per consolidare il concetto di poligono

Dopo aver lavorato, in modo laboratoriale, con i bambini per scoprire cosa siano i poligoni, possiamo farli giocare con un gioco a coppie che aiuta a sviluppare l’osservazione, la categorizzazione e a consolidare l’idea di poligono.

Si tratta di carte con i disegni da una parte e le parole ‘poligono’ oppure ‘non poligono’ sul retro.

Si gioca osservando la figura e dicendo se si tratti di un poligono oppure no.

Per costruirlo è disponibile il file in pdf.

Consiglio di ritagliare prima lungo i margini esterni del rettangoloni con carte e parole, poi appaiarli ‘schiena a schiena’ con un po’ di colla. Tagliare poi le singole carte e plastificarle separatamente tra loro, così che rimanga un po’ di margine trasparente intorno (vengono molto più resistenti).

La guerra delle doppie

Autrice: Gaia (8 anni)

Insegnanti di riferimento: Anna Galasso, Jessica Fiori e Rita Di Ianni

(In foto la versione artigianale creata da Gaia)

Il gioco è composto da due griglie grandi e due più piccole a doppia entrata (con numeri e lettere), 4 fogli con 10 parole in gioco (in questo caso si lavora sulle doppie).

Ogni giocatore sceglie uno dei 4 fogli e individua le cinque parole con cui vuol giocare, le scrive nella griglia grande e consegna al giocatore B il foglio scelto.

Il giocatore B farà altrettanto.

La guerra delle doppie ha così inizio, seguendo le regole della classica battaglia navale.

Quando una lettera viene indovinata si scrive nella griglia piccola; se è la parola ad essere indovinata (o intuita) si cancella dalla schedina.

Vince chi per primo individua tutte e cinque le parole dell’avversario.

Stampare il file pdf ‘La guerra delle doppie’, scrivere le parole con cui si intende giocare sui fogli e plastificare.

Qui le parole scelte da Gaia:

Buon divertimento!

Indovina le tabelline

Autrice: Rita Di Ianni

Gioco pensato per ripassare tutte le tabelline. Indipendentemente da come si siano “scoperte” le varie tabelline, arriva un momento in cui è utile esercitare la loro memorizzazione. Si gioca a coppie.

Il mazzo da gioco è composto da 12 schede, ogni scheda ha un percorso disegnato; l’inizio del percorso è segnalato dal numero cerchiato in rosso.

Il giocatore A sceglie una scheda dal mazzo e sottopone il giocatore B ad una serie di indovinelli sulle tabelline descritte nel percorso. La lettura presuppone la capacità di saper leggere una tabella a doppia entrata.

Il giocatore B ha 3 bonus a disposizione che può utilizzare per chiedere un aiutino se il risultato non è conosciuto. Se riesce a concludere il percorso rispondendo esattamente a tutte le tabelline del percorso (con al massimo 3 errori o risposte non date) vince la scheda.

Giocatore A e B si scambiano i ruoli e il gioco ha nuovamente inizio.

Es: Per poter vincere la scheda A il secondo giocatore dovrebbe rispondere bene alle domande: 2×2? 3×2? 4×2? 4×3? 4×4? 4×5? 4×6? 5X6? 6×6? 6×7? 6×8? 7×8? 8X8? Avendo tre bonus a disposizione.

I bonus possono variare a seconda del livello di difficoltà che si vuole introdurre nel gioco.

A fine partita si riportano sul proprio quaderno le schede vinte da entrambi i giocatori.
Es:
Giocatore A: Scheda A, scheda H
Giocatore B: Scheda B, scheda G, scheda D

Per costruire il gioco occorre stampare il file “Indovina le tabelline.pdf”, plastificare e ritagliare le carte.

Buon divertimento!

Che cos’è?

Autrice: maestra (Emi)Lia Venturato

Un gioco con foto di elementi naturali che stimola l’osservazione e la classificazione scientifica

Si gioca a coppie, o in piccolo gruppo (anche se alcuni amano esercitarsi da soli, qualche volta). A turno si guarda una foto e si dice: nome, vivente/non vivente, regno di cui fa parte. Un punto per ogni risposta corretta. Sul retro c’è l’autocorrezione fatta con i colori corrispondenti allo schema con cui sono state presentate le categorie.

Giocare ad indovinare, imparare nomi nuovi, esercitare la memoria e la capacità logica, senza far tanta fatica…

Ebbene sì, si può fare tassonomia (che parolona!) alla scuola primaria, divertendosi e senza saperlo.

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In genere mi limito a brevi spiegazioni per i miei strumenti. Questa volta sento di dover entrare un po’ nel merito del lavoro che c’è a monte.

Cominciare a classificare il mondo intorno a noi, secondo me, è una cosa fondamentale e anche molto divertente per i bambini.

Prima di tutto dobbiamo chiarirci che, alla scuola primaria, ci occuperemo di Scienze Naturali. Tutto ciò che è stato fatto dall’uomo, e quindi si può classificare come artificiale, passa nel campo della tecnologia e lo studieremo in quel contesto. Detesto suddividere in discipline il sapere, ma questo è un caso in cui, a mio parere, la suddivisione è utilissima per chiarire un concetto che non è affatto semplice: cosa è naturale e cosa no.

Qualsiasi oggetto che noi usiamo è fatto con materiali naturali. Almeno in origine lo erano, prima di essere trasformati in qualcos’altro. Questo confonde spesso.

Va chiarito bene che, quando si parla di naturale, non si intende che è fatto a partire da sostanze o elementi naturali; altrimenti la plastica sarebbe naturale, visto che è fatta da derivazioni del petrolio (sostanza naturalissima); il tavolo sarebbe naturale perché è fatto con il legno, ecc. In pratica, tutto sarebbe naturale!

No, le cose naturali sono quelle che esisterebbero anche in assenza della specie umana. Non è facile da capire e, a dirla tutta, parecchie cose che riteniamo naturali… passano dall’altra parte. Penso ai cani o alle galline che, nella forma in cui le conosciamo, con le varietà selezionate nel tempo dagli uomini… rientrerebbero negli elementi, almeno parzialmente, artificiali. Non è necessario fare queste distinzioni fini con i bambini; credo però che sia necessario averle in testa noi, mentre lavoriamo, per rispondere ad eventuali domande che, se loro avranno capito… sorgeranno quasi certamente.

È importante chiarire con i bambini che esistono cose artificiali (di cui per scienze non ci occuperemo più e che ‘volano via in una nuvola nel nostro schema’) ed elementi naturali.

Ritengo che sia fondamentale togliere dal campo tutte le cose artificiali, prima di arrivare alla domanda ‘è vivente o no?’. Trovo assolutamente assurda la domanda ‘la sedia è vivente?’. La sedia è artificiale e quindi non ci interessa e non ha senso chiedersi se sia vivente o meno.

Per parlare di viventi è necessario essere entrati nel concetto di ecosistema naturale. Anche se non lo avremo chiamato così (dipende dalla classe), saremo lì dentro, a guardare solo le cose che esistono a prescindere dalla costruzione umana di oggetti o altro.

I viventi sono quelli che:

  • nascono

  • crescono (nel senso che si modificano nel tempo, non obbligatoriamente aumentando le proprie dimensioni; pensiamo ad esempio alle farfalle)

  • possono riprodursi (ci tengo ad usare il ‘possono’, nel senso che hanno la potenzialità di farlo, per non confondere i bambini che magari pensano a persone che non hanno figli – per un motivo o per un altro – rischiando di non considerarli viventi; credo, inoltre, che sia importante  rispettare l’eventuale scelta o situazione personale che porta a non avere figli e che questo vada insegnato fin da piccoli)

  • muoiono

Avrà quindi senso chiedersi: ‘l’acqua è vivente?’ ‘il sasso è vivente?’ ‘il Sole è vivente?’.

Una volta capito che esistono i viventi e i non viventi sarà bello cominciare a suddividere i primi nei vari regni (batteri, funghi, vegetali e animali). La classificazione di questi regni è complessa, ci sono varie linee di pensiero tra gli scienziati; io ho scelto quella che mi sembra più idonea a parlare con bambini della scuola primaria.

Attenzione… i virus non rientrano in nessuno di questi regni. Dopo il coronavirus la domanda sorge sempre. Io rispondo che gli scienziati non sono ancora d’accordo se considerare i virus come viventi o non viventi perché, è vero che si riproducono, ma non riescono a farlo senza usare le nostre cellule, per cui non sono del tutto autonomi. Questo fa sì che qualcuno non li ritenga davvero ‘viventi’. In ogni caso, stanno fuori da questa nostra classificazione in regni.

Anche far sapere ai bambini che non è tutto chiaro, tutto già inscatolato, che anche gli adulti hanno dubbi su dove inserire un elemento, secondo me, è fare scienza davvero.

Ecco che, dopo questo lavoro, che viene riassunto sul quaderno con uno schema colorato che potete trovare qui, si arriva allo strumento ‘Che cos’è’, di cui trovate qui il file.

Macchie di caffè

Autrice: Rita Di Ianni

Si gioca a coppie. Ognuno ha una schedina da compilare con un’addizione e una sottrazione. Ogni partecipante ha inoltre due macchie di caffè a disposizione da inserire a piacere nelle due operazioni (una per la sottrazione e una per l’addizione).

I giocatori si scambiano i posti e devono indovinare quale cifra nasconde la macchia posizionata dall’avversario; è possibile scrivere la soluzione pensata direttamente sopra la macchia di caffè.

Nel momento del controllo se un giocatore ha indovinato entrambe le cifre nascoste segna 2 punti, altrimenti 1 o 0. Vince chi a fine tempo ha fatto il punteggio più alto.

Il gioco è stato pensato per essere utilizzato in tutti i livelli di scuola primaria; basta stampare e plastificare il file  adatto alla classe (decine, centinaia, migliaia, numeri con la virgola…).

Per assemblare il gioco si consiglia di stampare e plastificare la busta, costruirla utilizzando semplici attacca-stacca da merceria e del nastro adesivo argentato; stampare, plastificare e ritagliare infine anche le schedine e le macchie di caffè.

Buon divertimento!

Giochi di simmetria

Autrice: Rita Di Ianni

La simmetria, si sa, è un argomento molto divertente. Noi abbiamo avuto modo di iniziare a giocarci durante la DAD: un foglio e uno specchietto casalingo…e il percorso è partito subito in allegria!

Prima abbiamo sperimentato liberamente, poi abbiamo provato a scrivere il nostro nome e a scoprire il suo “gemello” riflesso nello specchio, dopo abbiamo provato a scrivere quel nome gemello e abbiamo scoperto che il gemello del gemello era il nostro vero nome…insomma, un gioco infinito di specchi, che ci ha portato ad osservare, oltre i nomi, anche le singole lettere dell’alfabeto e i numeri. 

A scuola il percorso è continuato con la collega attraverso laboratori di arte, sperimentando colori in disegni simmetrici.

Sulla colorata scia delle attività fatte è nato questo gioco, composto da forme geometriche di differente grandezza e colore.

Due buste (è possibile scaricare anche il file per costruirle) contenenti gli stessi pezzi di gioco e tre linee nere che rappresentano la “linea di simmetria”.

Il primo giocatore posiziona la linea di simmetria sul tavolo e inizia a disporre le varie parti del gioco sul proprio territorio. Il secondo giocatore osserva e, quando tutti i pezzi sono stati disposti, può iniziare a posizionare i propri in modo simmetrico.

Le distanze tornano? Le figure sono posizionate bene? Insieme si potrà discutere e utilizzare uno specchietto posizionato sulla linea di simmetria, per assicurarsi che il risultato ottenuto sia davvero in linea con l’immagine speculare.

E ancora…cosa succede se sposto solo l’asse di simmetria? Come deve posizionare le forme il secondo giocatore?

Per costruire il gioco si consiglia di stampare e plastificare la busta, utilizzare semplici attacca-stacca da merceria e del nastro adesivo argentato, ritagliare le forme geometriche e…divertirsi nell’utilizzo!

Curiosità: consiglio un’occhiata anche a questi giochi di simmetria che si trovano online http://www.sfu.ca/content/dam/sfu/geometry4yl/sketchpadfiles/Broken%20Block%20Symmetry/index.html

PERCORSI A TEMA

Cinque percorsi su doppie, gn/ni, gli/li, sci-sce, mp-mb.

Autore Eugenia Renda

Questo strumento è nato dall’osservazione di uno strumento di matematica, in cui i bambini della mia seconda dovevano fare dei percorsi, per esempio colorando solo le caselle con i numeri pari. Li vedevo così assorti… e invece per alcuni di loro era difficile anche solo interessarsi all’Italiano! Da qui l’idea di fare qualcosa di simile anche per i digrammi, i trigrammi e le doppie. In questo modo devono riflettere, paragonare, categorizzare… e poi scrivere e fare l’autocorrezione!

Uccelli d’Italia

Autrice: maestra Rita Di Ianni

NEWS: dopo un confronto con la mia collega (maestra e biologa) Lia Venturato ho modificato il file inserendo altri uccelli e correggendo alcune imperfezioni!

Quest’anno ho una seconda molto vivace e curiosa che ben presto si è appassionata ad ogni forma di vita possibile e, dopo aver passato mesi su ragni e insetti di vario tipo, ho pensato di introdurli al mondo degli uccelli con questo appassionante e semplice gioco.

Lo strumento prende spunto dai classici giochi di nomenclatura montessoriana ed è composto da un mazzo di carta raffiguranti alcuni uccelli d’Italia e da un mazzo di cartellini dove in corsivo sono registrati i nomi degli animali.

Le immagini sono state prese dalla banca dati pixabay.com e possono essere utilizzate gratuitamente per uso commerciale e non, su carta e digitale. L’attribuzione non è richiesta.

Lo strumento può essere utilizzato in solitaria, a coppie o in piccolo gruppo.  La struttura del gioco è semplice: i bambini possono provare ad associare la nomenclatura ad ogni foto e girando la carta possono verificare l’esattezza o meno della loro scelta.

Stampare a colori, fronte-retro e plastificare. Tagliare lungo i bordi.

Le carte geometriche

Autrice: maestra Rita Di Ianni

Questo gioco è composto da un mazzo di carte raffiguranti forme geometriche elementari posizionate in vari modi.

I bambini della mia classe ci giocano mettendosi spalla-spalla e, a turno, provano a descrivere ciò che vedono al compagno o alla compagna che, a sua volta, tenta di disegnare sul foglio ciò che ascolta.

Dopo questo momento è possibile confrontare la carta e il disegno: sono simili? Se non lo sono… perché?

Stampare a colori, plastificare e ritagliare! Buon lavoro!